29 aprile, 2011

Non è Pasqua senza pastiera

Da ormai qualche anno sono entrata nel magico mondo in cui non è Pasqua se non si passa il giovedì santo a sfornare pastiere... ormai è un piacevole appuntamento a cui non saprei proprio rinunciare.


Si racconta che Maria Teresa D'Austria, consorte del re Ferdinando II° di Borbone, soprannominata dai soldati "la Regina che non sorride mai", cedendo alle insistenze del marito buontempone, famoso per la sua ghiottoneria, accondiscese ad assaggiare una fetta di Pastiera e non poté far a meno di sorridere, compiaciuta alla bonaria canzonatura del Re che sottolineava la sua evidente soddisfazione, nel gustare la specialità napoletana. Pare che a questo punto il Re esclamasse: "Per far sorridere mia moglie ci voleva la Pastiera, ora dovrò aspettare la prossima Pasqua per vederla sorridere di nuovo" 
Ancora più leggendaria e mitologica la storia della sirena Partenope che  incantata dalla bellezza del golfo, disteso tra Posillipo ed il Vesuvio, avesse fissato lì la sua dimora. Ogni primavera la bella sirena emergeva dalle acque per salutare le genti felici che popolavano il golfo, allietandole con canti d'amore e di gioia.   Una volta la sua voce fu così melodiosa e soave che tutti gli abitanti ne rimasero affascinati e rapiti: accorsero verso il mare commossi dalla dolcezza del canto e delle parole d'amore che la sirena aveva loro dedicato. Per ringraziarla di un così grande diletto, decisero di offrirle quanto di più prezioso avessero.   Sette fra le più belle fanciulle dei villaggi furono incaricate di consegnare i doni alla bella Partenope: la farina, forza e ricchezza della campagna; la ricotta, omaggio di pastori e pecorelle; le uova, simbolo della vita che sempre si rinnova; il grano tenero, bollito nel latte, a prova dei due regni della natura; l'acqua di fiori d'arancio, perché anche i profumi della terra solevano rendere omaggio; le spezie, in rappresentanza dei popoli più lontani del mondo; infine lo zucchero, per esprimere l'ineffabile dolcezza profusa dal canto di Partenope in cielo, in terra, ed in tutto l'universo.    La sirena, felice per tanti doni, si inabissò per fare ritorno alla sua dimora cristallina e depose le offerte preziose ai piedi degli dei. Questi, inebriati anche essi dal soavissimo canto, riunirono e mescolarono con arti divine tutti gli ingredienti, trasformandoli nella prima Pastiera che superava in dolcezza il canto della stessa sirena
[fonte www.pastiera.it] 

Le leggende della sua nascita sono superbe, così come lo è il suo gusto...  davvero imperdibile!
Per la ricetta poi, come per tutti i grandi piatti storici della nostra cucina, ne esistono milioni di varianti, quella che utilizzo io è un mix tra quella di Nonna Antonietta (la nonna di Federico), con qualche piccola variazione personale, e la pasta frolla di Nonno Michele!

Pastiera Napoletana


Per la frolla (di nonno Michele):
farina 2 kg
burro 1200 g
zucchero 800 g
sale 1 pizzico
scorza di limone 2
uova 4
tuorli 4
 
Per il ripieno
grano cotto 580g
latte 500g
zucchero 500g
burro 30g
ricotta pecora 500g
tuorli 6 +1 per spennellare
albumi 4 montati a neve
acqua di fiori d'arancio 85ml
cedro candito 50g
arancia candita 50g
zucca candita 50g
 

Per la frolla
Amalgamare il burro (freddo) con lo zucchero nella planetaria (con la pala a foglia) fino ad ottenere una crema densa.
Aggiungere le uova leggermente sbattute, il sale, la scorza del limone e in ultimo la farina setacciata. Impastare fino ad ottenere un composto omogeneo.
Trasferire su di un piano leggermente infarinato , lavorare la pasta a forma di un panetto, avvolgerla in uno strato di pellicola e lasciare riposare in frigo per almeno 30 minuti.
 
Per il ripieno:  
Cuocere a fuoco lento il grano con il burro, il latte e lo zucchero. Portare a ebollizione e cuocere ancora 10 minuti, fino ad ottenere una bella crema. Far raffreddare completamente.
Mettere la ricotta nella planetaria e lavorarla con lo zucchero. Amalgamare i tuorli e l'acqua di fiori d'arancio.
Con una paletta incorporare anche i canditi e gli albumi montati a neve.
A questo punto unire il composto di grano e latte precedentemente preparato.
 
Stendere la frolla a circa 3mm di spessore, foderare delle teglie imburrate e foderate con della carta da forno, riempire con l'impasto e decorare con delle strisce di frolla.
Spennellare le strisce con il tuorlo d'uovo e cuocere a 150° nella parte bassa del forno per 1 ora e 30 minuti o fino a che sia bella dorata.
Far raffreddare nel forno aperto.


Le dosi di questa ricetta sono per 4 teglie medie perché come accadeva già a Nonna Antonietta, facendo la pastiera poche volte l'anno, c'è sempre una lunga lista di persone desiderose di averne un po'. Lei ormai fa da supervisore e le viene sempre fatta recapitare a casa una teglia fatta e finita... i privilegi della conoscenza!!!

Un abbraccio a tutti e buon week end!!

Valentina

4 commenti:

  1. Non capisco proprio perchè dobbiamo farla solo in certe occasioni!!! E' così buona che andrebbe fatta ogni volta che si ha voglia di un dolce ricco e gustoso....Ti sono venute benissimo e anche io come te ho utilizzato le chiare montate a neve che la rendono sofficissima!!! Un bacione e buona w.e.!!

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  2. come mi piace la pastiera!!uffi quest'anno non ne potevo mangiar e neanche un pezzettino:(

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  3. eh si! io quest'anno non l'ho fatta, ma ho il grano in casa.... magari nei prox giorni!
    ciao

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  4. È il secondo anno che provo a fare la pastiera: sempre un disastro! Forse è perchè sono lombarda e nei miei geni manca l'esperienza di generazioni di nonne...Proverò la tua ricetta, non demordo..

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